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lunedì 24 febbraio 2014

CI METTIAMO LA FACCIA. ATTIVITA’ DELLA COMPAGNIA PER APRILE MAGGIO 2014.



Dopo gli ultimi spettacoli a Gassino Torinese, teatro casa di Pulcinella  e al Teatro Bravo’ di Bari, ci siamo imbattuti in quelle criticità che sono dei piccoli teatri cittadini. Luoghi importantissimi per la diffusione culturale del territorio ma che fanno i conti con i costi quotidiani che si avviano appena si aprono i battenti. Tuttavia sono questi i posti dove ognuno di noi propone idee e le mette su un palco, accorgendosi di quanto sia difficile per un gruppo, una compagnia teatrale, musicisti riempire un teatro che è il “luogo” per eccellenza  dove svolgere le proprie attività artistiche e, con le sole proprie forze, creare una platea.

Oggi sembra che le cose debbano andare così. Se non fai parte di un circuito che gode di finanziamenti e spazi, mettere in scena le idee significa affittare un luogo, almeno adeguato, pagarne un affitto, perché quel luogo dove sopravvivere e far venire amici e familiari per tirare su la giornata.

A questo punto le nostre considerazioni, se vogliamo anche un po’ banali, sono quelle di rilevare un tessuto culturale scollato, senza alcuna progettualità comune che possa coordinare parte di una grossa offerta artistica ad una domanda che è sempre più difficile da intercettare. Ovviamente non è colpa di nessuno ma non possiamo sentirci assolti, come direbbe il buon Faber.
 Noi, della Compagnia Teatro Prisma, vogliamo provare a fare qualcosa che ha i connotati di un coinvolgimento rivoluzionario disarmato.
La scena del delitto sarà quella del teatro Bravò, qui a Bari, un luogo che un tempo era un cinema a luci rosse e che oggi è un teatro che di rosso ha il tessuto delle poltroncine con un bel palco e ci sono pure dei camerini piccoli ma accoglienti.

La nostra idea è quella di mettere in scena i nostri spettacoli ed ospitare amici e colleghi con i loro. Chiamatela rassegna, chiamatelo festival chiamate come volete questa forma di condivisione di uno spazio.

Si parte ad aprile nelle date 11 e 18, si continua a maggio nei giorni 2, 9, 16 e 23 ci sarà teatro, oltre noi, ci saranno attori e attrici con i loro spettacoli, un concerto jazz ed in fine ci sarà la danza.

Non sappiamo ancora bene dove questo ci porterà ma ci proviamo a tessere la trama di una collaborazione che abbia come fine ultimo quello di offrire al pubblico l’idea di come il proprio territorio opera e di cosa lo stesso possa offrire per passare del tempo in un luogo prezioso come quello di un teatro. Il teatro è il Bravò.

A breve i particolari di questa nostra nuova avventura.

giovedì 6 febbraio 2014

COSA SAREBBE L'ITALIA SENZA LA SUA STORIA DELL'ARTE?




Anche oggi abbiamo ricevuto il buon risveglio. Leggendo i diversi giornali on/off-line, mi imbatto in un'ennesima ed imbarazzante sconfitta del mio bel Paese, ovvero, la Commisione Cultura, ritiene di non voler/poter reintegrare le materie artistiche nei licei italiani.

Trovo questa idea assurda e depravata da parte di uno stato che, solo ieri, ha chiesto per mezzo della Corte dei Conti, un risarcimento danni  pari 117 miliardi alle diverse agenzie di rating che, decretandone l’inaffidabilità economica non hanno tenuto conto del valore culturale insito nel nostro paese provocandone un pericoloso danno di immagine.

Mi viene da ridere quando leggo che mancano le coperture per sostenere l’insegnamento di queste discipline e poi mi chiedo quale Italia stanno pensando di darci o meglio, quale Italia credono di avere fra le mani.

E’ ormai evidente che i signori che passano il loro tempo nelle stanze del Parlamento hanno perso di vista non solo il senso dello stato e delle istituzioni, violentandole con il loro insopportabile pressapochismo e la loro debordante ignoranza ma ancor di più hanno smarrito il significato storico e profondo del Paese che così indegnamente rappresentano. Cosa può essere l’Italia senza i musei, senza i siti archeologici, senza quelle opere frutto della fatica di artisti che hanno reso celebre questa terra in tutto il mondo. Ma veramente vogliamo essere ricordati per la pizza, la mafia e Berlusconi? È impensabile che una economia non tenga conto delle attitudini e della storia di un popolo nel momento in cui scimmiotta strategie tese ad agevolare banche ed industrie che pensano ai loro interessi e che, di fatto, non producono alcun beneficio per nessuno se non imbottire di soldi imbecilli incravattati ed impernacchiati che magari pensano che Macchiavelli sia un divertente gioco di carte.

Trovo devastante il silenzio su Pompei, nessuna parola sulla città della scienza andata in fumo quasi un anno fa, questo solo a Napoli ma ogni luogo della nostra penisola custodisce un patrimonio che abbiamo il dovere morale di tutelare e salvaguardare perché è anche del mondo intero.
I teatri  chiudono ed una miriade di artisti e studiosi che ricoprono importantissimi ruoli nelle istituzioni europee ed internazionali  qui, da noi, non sono niente.
Ricordiamoci di italiani ai vertici del Louvre come Daniela Miccolis (Direzione generale lavori), Federica Mancini (dipartimento arti grafiche), Monica Preti (responsabile programmazione storia dell’arte)… e poi Salvatore Settis, già direttore del Getty Research Institute di Los Angeles, della Scuola Normale di Pisa ed oggi presidente del comitato scientifico del Louvre stesso che, solo per ricordarlo a me stesso è il museo più visitato al mondo con 8,8 milioni di visite l’anno (Corriere della sera, 27/02/2012). Noi in Italia non sappiamo fare meglio?

Togliendo l’arte dalle scuole si creano uomini aridi, privi di quella memoria che ha reso l’Italia simbolo di bellezza ed estetica. Una continua e costante contraddizione per una terra che ha creato il design e lo ha espresso in ogni forma, dalle macchine alle caffettiere.
È sbagliato cancellare dalla formazione di un individuo l’arte come espressione del bello, come logica creativa da introdurre nel proprio modello di vita. Rimarremo sempre una terra che ha dato al mondo la pizza, ma anche Santi e viaggiatori, artisti e  musicisti, e ancora scrittori che hanno contribuito alla crescita intellettuale non solo di questa “povera patria”  ma al mondo tutto, come Pompei, ed inorridisco al pensiero che, un manipolo di balordi, oggi alla guida di questa nazione, stia scardinando pezzo pezzo la nostra ricchezza più profonda, ovvero, la cultura ed il senso del bello a favore di un insopportabile qualunquismo ed un dilagante modello culturale che vuole il cittadino un faccendiere incattivito e disonesto.

domenica 2 febbraio 2014

DEBUTTO BARESE DI ANTONELLA CARONE Con la compagnia Teatro Prisma a Bari, venerdì 7 febbraio presso il Teatro Casa di Pulcinella.



Rieccoci pronti per un nuovo inizio. Una nuova stagione di Io e Miryam.
Dopo il teatro di Gassino torinese ed il museo Pino Pascale di Polignano, torniamo lì dove la nostra giovane compagnia ha mosso i suoi primi passi. Il 7 febbraio andremo in scena nello spazio del teatro Casa di Pulcinella gestito dalla sapiente compagine che affianca il maestro Commentale, autentico animatore della scena culturale barese.



Siamo lieti di introdurre al pubblico barese, che tanto ci ha dato in termini di affetto, simpatia e presenza, la nostra nuova interprete: Antonella Carone.




Estenuanti prove, in cui, il personaggio di Helene (fino a poco tempo fa interpretato della giovane talentuosa Cristina Siciliano) presenta una nuova immagine di sé.




Lungi da ogni insignificante paragone, torniamo a Bari fieri di un lavoro che ha visto l’evolversi di un diverso spessore umano del personaggio venuto fuori dalla penna del nostro autore e regista Giovanni Gerntile e portato in scena da Antonella che ha saputo fare suo un ruolo non facile, complesso nella sua struttura dove ogni talento viene messo a dura prova.





Se a questo aggiungiamo i nuovissimi costumi preparati dalla nostra amica e collaboratrice Rosa Lorusso, le foto di Lino Piglionico e la supervisione di un altro nostro fortunatissimo incontro, ovvero quello avuto con la coreografa romana Paola Scoppellutto che ha dato preziosi suggerimenti in merito a nuove coreografie e movimenti di scena eccoci pronti ad offrirvi qualcosa di nuovo.

Il lavoro si è svolto sempre in aperto dialogo tra il regista, i musicisti, l’interprete la costumista e la coreografa che, in modo corale, ha dato vita alla nuova forma del nostro  “Io e Miryam” la formula che oggi presentiamo è quella di un nuovo spettacolo dove l’attorialità viene affiancata, come sempre da parte nostra, dalla musica e dalla danza. Tutto ciò non è stato semplice. Non sono mancati scontri accesi, dialoghi vertiginosi tra le diverse anime ed esperienze che formano la nostra compagine artistica ma tutto ciò ha portato ad un arricchimento e ad una maggiore comprensione del nostro lavoro. Ci siamo messi in discussione e poi ne siamo usciti vivi.






Dopo oltre quaranta repliche, in giro per l’Italia e nella nostra regione, crediamo che chi vorrà condividere nuovamente questa nostra esperienza potrà trovare nuovi elementi di interesse nel passare un’ora e quindici minuti in nostra compagnia.

Siamo pronti e lieti di recitare, danzare e suonare per voi e, perché no, offrirvi a fine serata un calice di vino rosso della nostra terra come segno di affetto e riconoscenza per la stima che da molte parti ci viene attestata.



Quindi vi aspettiamo venerdì 7 febbraio 2014 presso il Teatro Casa di Pulcinella alle 20:30 e dopo lo spettacolo un brindisi con tutti i presenti.