Anche oggi abbiamo ricevuto il buon risveglio. Leggendo i diversi giornali on/off-line, mi imbatto in un'ennesima ed imbarazzante sconfitta del mio bel Paese, ovvero, la Commisione Cultura, ritiene di non voler/poter reintegrare le materie artistiche nei licei italiani.
Trovo questa
idea assurda e depravata da parte di uno stato che, solo ieri, ha chiesto per
mezzo della Corte dei Conti, un risarcimento danni pari 117 miliardi alle diverse agenzie di rating
che, decretandone l’inaffidabilità economica non hanno tenuto conto del valore
culturale insito nel nostro paese provocandone un pericoloso danno di immagine.
Mi viene da
ridere quando leggo che mancano le coperture per sostenere l’insegnamento di
queste discipline e poi mi chiedo quale Italia stanno pensando di darci o
meglio, quale Italia credono di avere fra le mani.
E’ ormai
evidente che i signori che passano il loro tempo nelle stanze del Parlamento hanno
perso di vista non solo il senso dello stato e delle istituzioni, violentandole
con il loro insopportabile pressapochismo e la loro debordante ignoranza ma
ancor di più hanno smarrito il significato storico e profondo del Paese che
così indegnamente rappresentano. Cosa può essere l’Italia senza i musei, senza
i siti archeologici, senza quelle opere frutto della fatica di artisti che
hanno reso celebre questa terra in tutto il mondo. Ma veramente vogliamo essere
ricordati per la pizza, la mafia e Berlusconi? È impensabile che una economia
non tenga conto delle attitudini e della storia di un popolo nel momento in cui
scimmiotta strategie tese ad agevolare banche ed industrie che pensano ai loro
interessi e che, di fatto, non producono alcun beneficio per nessuno se non
imbottire di soldi imbecilli incravattati ed impernacchiati che magari pensano
che Macchiavelli sia un divertente gioco di carte.
Trovo devastante
il silenzio su Pompei, nessuna parola sulla città della scienza andata in fumo
quasi un anno fa, questo solo a Napoli ma ogni luogo della nostra penisola
custodisce un patrimonio che abbiamo il dovere morale di tutelare e
salvaguardare perché è anche del mondo intero.
I teatri chiudono ed una miriade di artisti e studiosi
che ricoprono importantissimi ruoli nelle istituzioni europee ed internazionali
qui, da noi, non sono niente.
Ricordiamoci di
italiani ai vertici del Louvre come Daniela Miccolis (Direzione generale
lavori), Federica Mancini (dipartimento arti grafiche), Monica Preti
(responsabile programmazione storia dell’arte)… e poi Salvatore Settis, già
direttore del Getty Research Institute di Los Angeles, della Scuola Normale di
Pisa ed oggi presidente del comitato scientifico del Louvre stesso che, solo
per ricordarlo a me stesso è il museo più visitato al mondo con 8,8 milioni di
visite l’anno (Corriere della sera, 27/02/2012). Noi in Italia non sappiamo
fare meglio?
Togliendo l’arte
dalle scuole si creano uomini aridi, privi di quella memoria che ha reso l’Italia
simbolo di bellezza ed estetica. Una continua e costante contraddizione per una
terra che ha creato il design e lo ha espresso in ogni forma, dalle macchine
alle caffettiere.
È sbagliato
cancellare dalla formazione di un individuo l’arte come espressione del bello,
come logica creativa da introdurre nel proprio modello di vita. Rimarremo
sempre una terra che ha dato al mondo la pizza, ma anche Santi e viaggiatori,
artisti e musicisti, e ancora scrittori
che hanno contribuito alla crescita intellettuale non solo di questa “povera
patria” ma al mondo tutto, come Pompei, ed
inorridisco al pensiero che, un manipolo di balordi, oggi alla guida di questa
nazione, stia scardinando pezzo pezzo la nostra ricchezza più profonda, ovvero,
la cultura ed il senso del bello a favore di un insopportabile qualunquismo ed
un dilagante modello culturale che vuole il cittadino un faccendiere
incattivito e disonesto.
Nessun commento:
Posta un commento